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Prolasso pelviperineale: Il Dr. Boccolini spiega l’intervento POPS

Il prolasso pelviperineale è una discesa verso il basso di uno o più organi pelvici (utero, vagina, retto e vescica).

E’ estremamente frequente nel sesso femminile, nelle donne che hanno partorito e in coloro che si trovano in periodo peri-post-menopausale.

La donna affetta da Prolasso è una donna che percepisce qualcosa di anomalo, o comunque riferisce una sintomatologia tipica riferendo sensazione di peso al basso ventre, senso di ingombro vaginale, incontinenza urinaria di entità più o meno marcata. Molto spesso è presente anche la stipsi o la sensazione di incompleto svuotamento alla defecazione laddove fosse coinvolto anche il retto.

L’isterectomia (ovvero l’asportazione chirurgica dell’utero) può essere una delle cause del prolasso pelviperineale perché determina una perdita del sostegno e dell’ancoraggio di retto, vagina e vescica all’interno del pavimento pelvico con progressiva discesa degli organi verso il basso.

Questa discesa determina l’inconfondibile senso di peso e di ingombro tanto fastidioso riferito dalla maggior parte delle donne con prolasso.

La diagnosi parte dalla clinica, spesso è sufficiente una visita ginecologica o pelviperineologica ma si avvale anche di esami strumentali come la colpocistodefecografia e la DefecoRMN.

L’intervento chirurgico che proponiamo per la risoluzione della patologia è definito POPS (Pelvic Organs Prolapse Suspension), chiamato anche “intervento salva utero” perché nel caso di un utero sano non si pone l’obiettivo di rimuoverlo ma anzi di riposizionarlo nella giusta sede.

E’ un intervento mininvasivo (ciò eseguito in laparoscopia con 3 minincisioni) e permette di trattare contemporaneamente il prolasso vescicale, dell’utero, della vagina e del retto.

Consiste nel posizionare all’interno dell’addome una rete (protesi) sagomata a forma di V che va a sostenere gli organi pelvici che sono soggetti a discesa scaricando le forze di trazione su strutture resistenti come le inserzioni muscolari delle spine iliache, sostituendo e rinforzando i legamenti “rotti”.

L’utero viene riportato nella sua sede anatomica e, di conseguenza, vengono riposizionati anche la vescica ed il retto.

Può essere eseguito anche nelle pazienti isterectomizzate (alle quali è quindi stato asportato l’utero) o nelle pazienti sottoposte in precedenza ad altri interventi di chirurgia per incontinenza urinaria, prolasso vescicale, prolasso uterino.

Ha il vantaggio di risolvere la progressiva discesa degli organi pelvici e di non dover ricorrere necessariamente all’isterectomia evitando le sequele psicologiche e fisiche connesse a tale intervento.

Le complicanze della POPS sono in linea con le casistiche per interventi chirurgici analoghi laparoscopici, la ripresa è rapida e dopo due giorni di degenza la paziente può essere dimessa. Si deve comunque osservare un periodo variabile di riposo senza attività fisica e sessuale . Il ritorno ad una vita normale è comunque quasi immediato e la paziente, già da subito, può tornare a camminare e a compiere le normali attività quotidiane.

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