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Patologia emorroidaria: Il Dr. Boccolini spiega la tecnica STARR

Nel precedente articolo sul prolasso rettale e sulla teoria unitaria del prolasso-rettale stesso (questo il link per chi se lo fosse perso https://www.ternilive.it/2022/12/04/patologia-emorroidaria-il-dr-boccolini-spiega-la-teoria-unitaria-del-prolasso-retto-anale/) si parlava di una tecnica ottimale per la cura del prolasso rettale e della malattia emorroidaria che rispondesse a due quesiti fondamentali:

  1. Risolvere la patologia
  2. Diminuire quanto più possibile l’impatto del dolore.

Va detto che non esiste una tecnica che risolva a pieno questi nostri obiettivi e che in letteratura è prevista una serie molto ampia di interventi. Per fare chiarezza, vanno distinti interventi veramente risolutivi (interventi classici di emorroidectomia e appunto la tecnica STARR) ed interventi che vengono definiti “bridge”, cioè che possono risolvere una problematica iniziale solo per un lasso temporale molto limitato.

Va detto con altrettanta onestà che l’intervento sicuramente più efficace ed unico in grado di risolvere le due problematiche (prolasso rettale e malattia emorroidaria appunto) è sicuramente l’intervento di STARR (Stapled transanal rectal resection – resezione trans-anale rettale con suturatrice).

Per spiegare con parole semplici e comprensibili, la tecnica consiste in una resezione trans-anale del prolasso rettale effettuando un “lifting” delle emorroidi che non vengono di per sé asportate, ma risollevate all’interno del canale anale, riposizionandole nella loro sede originaria.

La resezione del prolasso fa sì che gran parte del tessuto emorroidario possa continuare a svolgere la sua funzione coadiuvante nella contenzione e nella lubrificazione fecale.

L’intervento è molto meno doloroso del classico intervento chirurgico definito di “Milligan Morgan” (ancora oggi molto usato) e la sensazione dolorosa è sostituita da quella (molto più tollerabile) di peso, una sensazione gravativa che in genere diventa meno pressante entro qualche giorno. Circa un terzo dei pazienti riferisce sensazione di urgenza defecatoria che gradualmente diminuisce per poi scomparire entro 15 giorni dall’intervento.

La complicanza più frequente e più temibile è sicuramente il sanguinamento, che come tutti gli interventi di chirurgia colo-rettale, va sempre tenuto presente e se in maniera modesta è fisiologico, mentre laddove diventa imponente richiede una repentina visita di controllo.

L’intervento descritto è sicuramente la tecnica meno dolorosa ed ha prospettive di risoluzione completa e duratura sia della problematica emorroidaria che del prolasso rettale.

Questo vuol dire che nei giusti pazienti e con le giuste indicazioni, sia nell’uomo che nella donna, l’intervento di STARR è a mio avviso, al momento attuale, il migliore strumento adottabile per la terapia della patologia del prolasso rettale e della malattia emorroidaria.

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